lunedì 12 luglio 2010

I movimenti vanno avanti.

Incontro Coordinamento Regionale dei Movimenti Civici. (4 Luglio, Enna)
A Enna, domenica 4 Luglio i Movimenti e le Associazioni della Sicilia si sono incontrati per la verifica del lavoro svolto dal Coordinamento provvisorio istituito nell’assemblea di Caltanissetta il 16 maggio 2010 e per le linee programmatiche del percorso futuro.
Accolti dai responsabili dell’Associazione “Enna in Movimento” e dai Consiglieri comunali eletti in questo cartello, i rappresentanti dei 36 movimenti intervenuti hanno espresso il grande entusiasmo e la piena condivisione al progetto su cui si sta lavorando.

Presente la “ Segreteria di Servizio” del Coordinamento al completo: Ambrogio Vario di “Codifas”, Franco Contorno di “Sicilia e Futuro”, Liboria Di Baudo di “Idea e Azione”, Giovanni Ruvolo di “Intesa Civica Solidale”, Giovanni Palazzotto di “Vespri Siciliani”.
Dopo l’apertura dei lavori da parte di Giovanni Ruvolo e Liboria Di Baudo che hanno evidenziato stile, metodo, motivazioni e tappe delle attività svolte e le linee generali proposte per il percorso futuro, si sono susseguiti interventi motivati, specifici e apprezzati da parte di tutti gli altri componenti della segreteria, a cui è seguito un fortissimo interscambio di esperienze e la determinata comune volontà progettuale da parte dei rappresentanti delle diverse realtà territoriali della Sicilia, pienamente condivisa dagli stessi amministratori presenti.

In vista dell’assemblea costituente dei movimenti della Sicilia  che si terrà a Palermo a fine Ottobre 2010, è stato delineato a chiari tratti il “soggetto politico rappresentativo” che si dovrà confrontare con l’attuale classe politica, da tutti ritenuta non idonea nel suo insieme a dare risposte esaurienti ai gravi problemi e agli interpelli del popolo siciliano.

E’ emerso uno spaccato inquietante relativo alle attuali amministrazioni cittadine della Sicilia, tutte caratterizzate da uno stato di impotenza e di abbandono, ma a fronte si è riscontrata una reale volontà di riscatto dei cittadini e la chiara determinazione di rompere le catene di una violenza politico-amministrativa-affaristica non più sopportabile.
Non è emersa una volontà “contro” agli attuali partiti politici, ma la semplice constatazione che essi in Sicilia non esistono più. Non hanno un radicamento territoriale, non si confrontano con i problemi reali delle persone, non elaborano progetti, abdicano la responsabilità.

Da Enna, a tutte le realtà associative della Sicilia viene rilanciata la proposta di ritrovarsi insieme in questa edificante avventura di “rinascita e di riscatto”. Senza primogeniture e senza preclusioni e con la consapevolezza che le “avventure solitarie” non hanno né senso né futuro.
Quanti si ritrovano già in questo percorso e quanti vogliono iniziarlo sanno però di non potere ricevere vantaggi esclusivi, se non quello di offrire un servizio per il “bene comune” e di rendersi disponibili a un faticoso lavoro di ricostruzione della “dignità civica” delle nostre Città.
Segreteria di Servizio del Coordinamento
movimentisicilia@libero.it

martedì 6 luglio 2010

La fortuna non esiste.

Non basta avere integrità, quello che conta è quello che hai fatto prima di candidarti, le scelte che riflettono i tuoi valori.

La corruzione in Italia è una tassa occulta da 60 miliardi l'anno e grava anche sui neonati di Roberto Galullo

Il Sole 
24 Ore

6 luglio 2010


Il costo della corruzione nella pubblica amministrazione grava anche sui neonati. Ogni anno il "tributo" pro-capite dei residenti italiani sull'altare delle tangenti e dei reati riconducibili ai reati corruttivi, oscilla tra 828 e 994 euro. Il peso complessivo si aggira dunque ogni anno tra 50 e 60 miliardi senza contare, come disse il 25 giugno l'ex procuratore generale della Corte dei conti, Furio Pasqualucci, il danno d'immagine.
Alla tassa occulta miliardaria – calcolata per la prima volta nel rapporto presentato al Senato il 2 marzo 2009 dal Servizio anticorruzione e trasparenza (Saet) della Presidenza del consiglio – bisogna aggiungere dunque il costo dei mancati investimenti esteri a causa degli alti indici di corruzione che, secondo il barometro di Transparency international, collocano l'Italia al 63esimo posto nel mondo (vedi il fondo di Guido Tabellini sul Sole-24 Ore di domenica 4 luglio).
La stima dell'effetto della corruzione sugli investimenti esteri è un esercizio complesso ma gli studi internazionali negli ultimi anni non sono mancati. Transparency international ha affidato a Virginio Carnevali proprio questa analisi. Cifre sull'Italia non ce ne sono ma è sintomatico quanto si legge nel rapporto, vale a dire che gli effetti sono sostanzialmente simili in tutti i paesi. «Per ogni grado di aumento del livello di corruzione – scrive Carnevali – si ha una riduzione del 16% nel flusso degli investimenti stranieri diretti».
Nel riportare uno studio del Fondo monetario internazionale, Transparency Italia sottolinea che «il miglioramento della deviazione standard nell'indice di corruzione provoca un aumento degli investimenti pari al 5% del prodotto interno lordo e la crescita annuale del Pil pro-capite aumenta di mezzo punto percentuale».
Come se non bastassero il prelievo coatto nel portafoglio degli italiani e la riduzione degli investimenti stranieri, il terzo salatissimo prezzo economico pagato dagli italiani alla corruzione è l'alterazione della composizione della spesa pubblica e a essere contratta, scrive Carnevali, «è in particolare la quota di spesa per l'istruzione». Come a dire il futuro del paese. Un concetto caro anche al Servizio anticorruzione, che nel rapporto consegnato al Senato scriveva che «si rischia di uccidere la fiducia nelle istituzioni e rubare la speranza nel futuro alle generazioni di giovani, cittadini e imprese».
La corruzione vive di numeri e di soldi che escono dalle tasche "oneste" per entrare in quelle "disoneste" e non è dunque secondario riportare che nel 2008 (ultimo anno utile a disposizione) la corruzione ha "pesato" per il 4% del totale degli importi nelle citazioni in giudizio delle procure regionali della Corte dei conti: 69 milioni ai quali vanno aggiunti 394mila euro per danno di immagine richiesti dalle pubbliche amministrazioni vittime. Cifre simboliche.
Su un ultimo punto – sollevato il 17 febbraio 2010 nella sua relazione dal procuratore generale della Corte dei conti, Mario Ristuccia e ripreso a giugno dal servizio studi del Senato – vale la pena di concentrare l'attenzione: i contratti. «La Corte - si legge a pagina 402 della lunghissima analisi di Ristuccia – ritiene improcrastinabile l'adozione di misure di prevenzione dei fenomeni corruttivi che nell'ambito dell'attività contrattuale trovano un terreno particolarmente fertile». Anche a questo quesito dovrà rispondere il disegno di legge anticorruzione da tempo annunciato dal governo.

6 luglio 2010
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